Este arte no debe ocultarse bajo palabras oscuras, pero tampoco
debe ilustrarse tan claramente que a todos resulte comprensible.
[...] los necios no comprendáran nada de él.

giovedì 10 febbraio 2011

Le fondamenta




Il testo é tratto da un racconto del “Manuale di zoologia fantastica” di Borges e Guerrero.

É una scatola di cartonlegno foderata di carta giapponese con applicazioni in rame da sbalzo.

Misura 7 cm di larghezza, 15 di lunghezza e 10 di altezza.

Contiene un’unica incisione all’acquaforte stampata con fondino di carta giapponese su carta avorio liscio Magnani, la lastra misura 8x50 cm.

Il racconto riguarda un’antica curiosa prova cosmologica dell’esistenza di Dio, essenzialmente dimostra che ogni cosa deve avere un principio misterioso, poiché non si puó risalire all’infinito nella ricerca di una causa prima.









Bahamut

“In principio Dio creó la TERRA
sopra la terra SETTE CIELI
sotto la terra SETTE INFERNI
ma la terra
non aveva sostegno
cosí, sotto creó un ANGELO.
Ma l’angelo
non aveva sostegno
cosí mise sotto i suoi piedi una
MONTAGNA DI RUBINO.
Il suo FONDAMENTO
fu posto nella nuca del TORO
dai quattromila occhi, nasi, bocche, lingue e piedi.
Quello del toro
in un letto di SABBIA,
la sabbia in BAHAMUT,
Bahamut in un VENTO SOFFOCANTE;
e sotto pose ACQUA
e sotto l’acqua OSCURITÁ e NEBBIA.
IL FONDAMENTO DELLA NEBBIA . S’IGNORA.

(da J.L. Borges, “Manuale di zoologia fantastica”)



Tammuz

Tammuz é il nome di un importante dio babilonese; la sua vicenda ricalca quella egiziana di iside ed Osiride, quella greca di Adone e Persefone e perfino la pasqua giudea e cristiana, per certi versi. Egli é un dio cacciatore (come Diana), figlio di Inanna (Ishtar per gli egizi) il principio generatore femminile, grazie a lui gemme ed animali hanno forza di riprodursi. Tammuz cresce cosí giusto e bello da riuscire a sedurre persino sua madre, e congiuntosi con quest’ultima tenta di usurparla; la punizione giunge immediata: la regina lo condanna ad essere massacrato da un cinghiale e appena Tammuz viene inghiottito negli inferi la natura diviene arida e immobile. Perció pentita e disperata Inanna intraprende un pericoloso viaggio per recuperare il figlio. Attraversa sette porte ad ognuna delle quali é costretta a spogliarsi di un’arma o di un gioiello; giunge nuda al cospetto di sua sorella Erek Shigal sovrana delle ombre e la sconfigge riscattando Tammuz. A questo punto esistono molte versioni con sottili differenze, nell’epilogo si celebra comunque Tammuz risorto e il ciclo della vita ristabilito. Egli é infatti un dio morto che riesce ad oltrepassare il regno degli inferi attraverso distinte fasi: per questo motivo é il dio dei cicli della natura e del succedersi nelle stagioni di prosperitá e arsura. il suo simbolismo é dunque collegato al ciclo solare, la sua morte viene collocata all’inizio della primavera durante o vicino l’equinozio, proprio come negli altri miti e feste sopra citate.

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