Este arte no debe ocultarse bajo palabras oscuras, pero tampoco
debe ilustrarse tan claramente que a todos resulte comprensible.
[...] los necios no comprendáran nada de él.

giovedì 10 febbraio 2011

Dell’improbabile Chimera

Tecnica: litografia a pastello
Dimensione: 300x470 mm
Stampa: carta Magnani, 500x700 mm



Secondo la mitologia Greca la Chimera era figlia di Tifone e Echidna. Si favoleggiava fosse un mostruoso ibrido di tre animali: davanti leone, in centro capra (in greco Khimaira) e con la coda di serpente. Portò distruzione morte e sventura lungo le coste dell’attuale Turchia, finchè Bellerofonte, che alcuni considerano come figlio di Poseidone, riuscì ad ucciderla.

Questa prima versione del racconto appare nell’Iliade, ci imbattiamo nuovamente nella bestia in un passo dell’Eneide dove però è rappresentata con tre teste fiammeggianti; tale raffigurazione è quella a noi più familiare perchè appare così nel bronzo di Arezzo.

Già allora, ci si rese conto della improbabilità della sua esistenza, si interpretava fosse una metafora per designare il luogo dal quale suppostamente proveniva. Data l’eterogeneità anche dal punto di vista simbolico, essa non venne mai considerata un animale reale, passando in seguito a significare il “chimerico” cioè l’improbabile, l’inesistente, tanto che rincorrere chimere significa impegnarsi in azioni irrealizzabili. Idea falsa, vana immaginazione è la definizione che di “Chimera” dà oggi il dizionario.

Negli ultimi 100 anni l’interpretazione è cambiata radicalmente ed ha assunto un significato astronomico relazionato alla costellazione del leone e all’avvicendarsi delle stagioni. È semplice, quindi, risalire al simbolismo: il leone è la forza, il calore e quindi l´estate; il serpente è la terra, l´oscurità e quindi l´inverno, la vecchiaia; la capra è il passaggio, la transizione e quindi autunno e primavera.

Nessun commento:

Posta un commento