Tecnica: maniera allo zucchero, acquaforte Dimensione: 200x200 mm Stampa: carta Magnani, 380x400 mm |
Le prime descrizioni di questi piccoli animali risalgono giá al I secolo A.C., in Egitto ma soprattutto nel bacino mediterraneo. Ippolito, Galeno e altri intellettuali che operano nel campo ancora ibrido di medicina/magia forniscono accurate notizie circa il loro curioso aspetto e le loro incredibili capacitá taumaturgiche. La polvere di cavalluccio marino era uno degli ingredienti costanti negli antichi ricettari benché non ne fossero totalmente chiare le specifiche qualitá curative. Animale molto familiare e comune per culture “marittime”, la sua presenza era sempre interpretata come benevola e propizia. Tre corpi disseccati sospesi nella propria abitazione scacciavano i malanni e proteggevano la salute di tutta la famiglia. In oriente la sua sorte simbolica non é distinta: il “drago di mare” rappresenta uno spirito potente e benigno. É curioso notare che i possenti ippocampi protagonisti di tanta arte e mitologia greca non siano che una fantastica trasposizione del primo stilema grafico descrittivo di questo essere: una testa ricurva come di cavallo, una coda da serpente marino e il corpo ricoperto di pinne... nella fantasia dei disegnatori il capo si trasformó letteralmente in una testa equina e la sua estremitá venne proporzionalmente ingigantita dando cosí spunto alla poesia per creare questa entitá soprannaturale.
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